Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione complessa che interessa una parte significativa della popolazione, caratterizzata da pensieri ossessivi ricorrenti e comportamenti compulsivi. Per comprendere appieno il DOC, è cruciale esplorare cosa accade nella mente di chi ne è affetto e l’importanza di un approccio terapeutico scientificamente fondato.

I pensieri ossessivi sono idee, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che irrompono nella mente in modo indesiderato e intrusivo, causando notevole disagio e ansia. Questi pensieri non sono semplici preoccupazioni quotidiane, ma sono percepiti come disturbanti e spesso contrastano con i valori o le credenze del soggetto. Esempi comuni includono paure di contaminazione, dubbi eccessivi su azioni quotidiane (come aver chiuso la porta), o pensieri aggressivi o inappropriati verso sé stessi o gli altri.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che una persona si sente obbligata a eseguire in risposta a un pensiero ossessivo o secondo regole rigide. Lo scopo delle compulsioni è di prevenire o ridurre l’ansia o il disagio causato dalle ossessioni, oppure di prevenire un evento o una situazione temuta. Tuttavia, tali comportamenti non sono realisticamente collegati a ciò che sono destinati a neutralizzare o prevenire, o sono chiaramente eccessivi. Esempi di compulsioni includono lavarsi le mani ripetutamente, controllare ripetutamente che le porte siano chiuse, contare mentalmente o ripetere parole in silenzio.

Bisogna sottolineare che tutti prima o poi abbiamo sperimentato dei pensieri intrusivi, che di per se, non sono patologici, fino a quando però, non generano ansia nella persona che li sta sperimentando. Questo per sottolineare come la patologia mentale sia una questione di quantità e non di qualità, nel senso che molte condizioni mentali, come la depressione, l’ansia, o il disturbo ossessivo-compulsivo, non sono entità completamente separate dalle esperienze umane “normali”, ma piuttosto sono estremizzazioni di emozioni e comportamenti che tutti provano in misura minore.
Il Funzionamento della Mente nell’Ossessivo-Compulsivo

Nella mente di una persona con DOC, le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi persistenti e intrusivi che causano disagio. Questi pensieri ossessivi possono essere estremamente variabili, dalla paura di contaminazione alla preoccupazione per la sicurezza dei propri cari.

Le compulsioni, d’altra parte, sono azioni ripetitive o rituali messi in atto per ridurre l’ansia generata dalle ossessioni o per prevenire un evento temuto.
Dal punto di vista neurobiologico, si osservano irregolarità nel funzionamento di aree del cervello (come il circuito cortico-striatale-talamico) coinvolte nella regolazione del comportamento e nella gestione delle emozioni. Queste aree possono diventare iperattive, portando a una perpetuazione dei sintomi ossessivi e compulsivi.

Il Rischio di Assecondare le Ossessioni
Un approccio terapeutico che cede alle richieste di rassicurazione o asseconda le ossessioni, di fatto consolida e rinforza il ciclo del DOC e finisce per fagocitare paziente e terapeuta in una dinamica altrettanto disfunzionale del DOC, perchè rafforza il ciclo ossessivo-compulsivo del paziente. Le rassicurazioni possono diminuire temporaneamente l’ansia, ma nel lungo termine aumentano la dipendenza del paziente da questi comportamenti, rendendo più difficile rompere il ciclo. Assecondare le richieste di rassicurazione può creare quindi una relazione di dipendenza tra paziente e terapeuta. Il paziente può iniziare a vedere il terapeuta come l’unica fonte di sollievo dall’ansia, ostacolando lo sviluppo di strategie di coping.
Fornire rassicurazioni frequenti alimenta inoltre la convinzione che i pensieri ossessivi siano pericolosi e che sia necessario un intervento per neutralizzarli, perpetuando così la dipendenza dalle compulsioni e aggravando il disturbo.

Il Ruolo dei Pensieri Ossessivi e la Differenza tra Egosintonia ed Egosdistonia
Tutti noi abbiamo pensieri intrusivi di tanto in tanto; si tratta di un fenomeno fisiologico normale. La differenza fondamentale tra chi ha un DOC e chi non lo ha, risiede nell’importanza che viene attribuita a questi pensieri. Nei soggetti con DOC, i pensieri ossessivi vengono percepiti come estremamente significativi e minacciosi, portando a comportamenti compulsivi nella speranza di ridurre il loro impatto.
È utile distinguere tra pensieri egosintonici ed egodistonici. I pensieri egosintonici sono quelli che, pur essendo chiaramente disfunzionali, il soggetto accetta come parte di sé e che non sembrano generare disagio significativo. Al contrario, i pensieri egodistonici sono vissuti come estranei e inaccettabili, causando notevole stress e ansia. Nei pazienti con DOC, i pensieri ossessivi sono prevalentemente egodistonici, e la loro gestione richiede un’attenzione terapeutica specifica. Esistono casi in cui i pensieri ossessivi e le compulsioni sono in sintonia con la personalità dell’individuo, in questo caso siamo in presenza di un disturbo ossessivo compulsivo di personalità, ed anche il trattamento terapeutico è chiaramente differente.

L’Importanza della Terapia Basata su Evidenze

Un trattamento efficace per il DOC deve avere solide basi scientifiche e orientarsi verso approcci come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) con esposizione e prevenzione della risposta (ERP). Questi approcci si focalizzano sulla modifica dei pensieri disfunzionali e sull’esposizione graduale alle situazioni temute senza eseguire le compulsioni. Questa metodologia aiuta a rompere il ciclo ossessivo-compulsivo e a ridurre il potere dei pensieri intrusivi.

Significato Psicodinamico e Rischi del Trattamento
Le ossessioni e le compulsioni possono avere significati psicodinamici profondi, riflettendo conflitti interiori, ansie e traumi passati. Tuttavia, è fondamentale procedere con cautela quando si scardinano le difese ossessive. Una manipolazione troppo rapida o superficiale delle difese può rischiare di scatenare risposte psicotiche, soprattutto se non supportata da una solida rete terapeutica.

In conclusione, il trattamento del DOC richiede un equilibrio delicato tra comprensione scientifica e considerazione dei significati psicodinamici. È essenziale che i terapeuti non cedano alle tentazioni di rassicurazione, assecondando le compulsioni, ma piuttosto adottino strategie terapeutiche basate su evidenze scientifiche per aiutare i pazienti a superare il disturbo in modo efficace e sicuro.

Dott.ssa Angela Marchetti – Psicologa – Psicoterapeuta – Terapeuta EMDR – Palermo