La Gravidanza come Trasformazione Profonda

La suggestione che vorrei proporre rispetto alla gravidanza è quella di un momento di profonda trasformazione, che contiene in sé molteplici punti di vista. Tra questi vorrei puntare l’accento soprattutto su due: gravidanza come “opportunità” e come “rischio”. Ciò a mio avviso coincide perfettamente con la rappresentazione della gestazione, come momento di epocale trasformazione fisica e psichica, un momento destrutturante che necessita di un nuovo adattamento. In quanto tale, può dare luogo, da un lato, ad un enorme arricchimento della propria personalità, ad una crescita personale, emotiva, familiare e sociale che sancisce l’accesso ad una nuova dimensione di vita, ma che talvolta può generare problemi di varia natura, che possono sfociare nel disagio psicologico, con differenti livelli di gravità.

Gravidanza Biologica e Psicologica

Racamier opera una distinzione tra la gravidanza come “biologica” e l’insieme di fenomeni psicologici ed emotivi necessari all’integrazione della gestazione nella personalità di una donna che possiamo chiamare appunto gravidanzapsicologica”. Questa prepara il terreno alla creazione del senso di maternità, tra cui la creazione del bambino immaginario, quel concepimento mentale del figlio che accompagna una donna verso i mutamenti di vita che sperimenterà già con la gestazione e che si innesteranno proprio nei cambiamenti corporei, dando inizio ad un precoce rapporto con lui.

Una donna in gravidanza avvierà una identificazione, più o meno consapevole, con il proprio bambino ma anche con la propria madre, creando una sorta di struttura a “matrioska”, dove ella sarà in grado di contenere il figlio nella misura in cui è stata a sua volta contenuta, ed è contenuta, nel presente, dall’ambiente circostante. Si comprende subito quindi, come un ambiente facilitante sia di grande importanza poiché può aiutare una futura mamma a lasciarsi andare liberamente alle molteplici trasformazioni che il concepimento di un bambino porta con sé.

Regressione alla Fase Orale

Una caratteristica della gravidanza è quella che la psicoanalisi chiama “regressione alla fase orale”. Non a caso le manifestazioni molto frequenti sono proprio disturbi che hanno a che fare con “l’oralità”, come nausea, vomito o crisi di fame, una simbolica alternanza tra ritenzione ed espulsione. Come dice la Vegetti Finzi, queste rappresentano la conflittualità tra accettazione e rifiuto della gravidanza da parte della donna, causata dallo scarto tra la psiche ed il corpo, due processi che possono seguire tempi e logiche diversi.

Disturbi Psicologici Post Partum

Quando il post partum è interessato da disturbi psicologici, questi in genere ruotano attorno alla tematica depressiva e si possono collocare, seguendo la classificazione di Brown, in uno spettro che va dalla normalità alla patologia:

  • Maternity blues
  • Depressione post partum
  • Sindrome post-traumatica da stress post partum
  • Psicosi post partum

Mentre le forme più gravi ed eclatanti di depressione possono essere rapidamente individuate, il disagio che più di frequente si manifesta in gravidanza è una depressione in forma lieve, che viene in genere trascurata e sottostimata.

Nonostante la depressione post partum colpisca circa il 15-20% delle neomamme, le ragioni per le quali l’identificazione di questa patologia sia spesso problematica riguardano sia gli operatori che il sistema familiare. Alcuni sintomi fisiologici della depressione come alterazioni del sonno, calo della libido, bassi livelli di energia, sono comunemente associati alla maternità e possono essere confusi con la normale stanchezza dovuta all’accudimento del bambino. Inoltre, alcuni disturbi internistici comunemente rilevati in gravidanza quali l’anemia, il diabete gestazionale e l’alterazione della funzione tiroidea possono rendere più difficile la diagnosi di depressione in questo periodo.

Ancora oggi, purtroppo, c’è da parte delle madri depresse una forte riluttanza ad esternare eventuali sentimenti di disagio nei confronti della maternità, perché considerati socialmente inaccettabili. Esse sono spinte a pensare di poter risolvere i loro problemi autonomamente piuttosto che chiedere un aiuto specialistico.

Le patologie puerperali sono un crocevia fra discipline diverse: l’ostetricia, la psichiatria, la psicologia e la sociologia. Nell’eziologia di questi disturbi infatti si evidenzia maggiormente, rispetto ad altre malattie mentali, la strettissima correlazione tra fattori biologici, psicologici, relazionali e sociali, che interagiscono tra loro. Altri fattori facilitanti l’insorgenza di una patologia puerperale sono le complicanze ostetriche, i fattori psicosociali, come eventi di vita stressanti, difficoltà familiari o di coppia, carenza di sostegno sociale, isolamento, pregresse patologie psichiatriche, miti sulla maternità, esperienze difficili nella prima infanzia.

Anche il temperamento del bambino può giocare un ruolo, in quanto nelle madri di bambini particolarmente impegnativi da accudire, è stata riscontrata una maggiore vulnerabilità al disagio emotivo, poiché ricevendo un rinforzo meno positivo dall’interazione col figlio, possono talvolta sviluppare l’erronea convinzione di essere inadeguate con conseguenti sentimenti di colpa.

La perdita della gravidanza può facilitare la comparsa di disordini psichiatrici, in particolare quando non avviene l’elaborazione del lutto che permetta nuovi investimenti affettivi. Il cordoglio per l’aborto spontaneo viene considerato da molti studiosi, paragonabile a quello vissuto per la morte di un neonato o per quella di un adulto, ma a causa dell’assenza di un rituale di lutto codificato, che in questi casi viene lasciato all’elaborazione privata della coppia, spesso ci si sente lasciati soli con il proprio dolore. Anche se oggi in molti ospedali viene applicato un protocollo che prevede il sostegno alla coppia in caso di interruzione della gravidanza.

Maternity Blues

Il maternity blues, noto anche come baby blues, è stato osservato fin dal secolo scorso, ma ha suscitato maggior interesse da una trentina d’anni a questa parte. Costituisce un disturbo emotivo frequentissimo, accomuna circa il 50-70% delle neomamme, è relativamente leggero e transitorio, insorge per lo più nella prima settimana dopo il parto, ed è caratterizzato da sintomi che comprendono:

  • Facilità al pianto
  • Umore depresso
  • Astenia
  • Labilità d’umore
  • Stati ansiosi
  • Irritabilità
  • Cefalea
  • Ridotta capacità di concentrazione
  • Difficoltà nel pensiero concettuale
  • Lieve confusione mentale

Tale sintomatologia diventa evidente intorno al terzo/quarto giorno dopo il parto ed ha una durata che oscilla da alcune ore ad un paio di settimane, entro le quali va generalmente incontro a remissione spontanea. Normalmente non comporta alcuna conseguenza negativa, in quanto i sintomi non interferiscono con le capacità della madre di funzionare ed occuparsi del suo bambino. In alcuni casi però si può osservare una diversa evoluzione che può condurre all’insorgenza di una sintomatologia più marcata e duratura che va oltre i quindici giorni oppure all’evoluzione della sintomatologia in un quadro depressivo vero e proprio.

La si può considerare non tanto una malattia, quanto una risposta adattativa fisiologica ad una serie di fattori, tra i quali le alterazioni endocrine, la riduzione del beta-endorfine, la privazione di sonno, il travaglio, la modificazione dell’immagine corporea, i cambiamenti nella relazione con il partner e con le altre figure significative.

È importante riconoscere i segni del disagio psicologico durante e dopo la gravidanza per poter offrire il giusto supporto alle neomamme. La consapevolezza e l’accettazione delle proprie emozioni, insieme ad un ambiente facilitante, possono aiutare a gestire meglio le trasformazioni che la gravidanza porta con sé.

Depressione Post Partum

La depressione post partum è una condizione patologica che interessa circa il 10-15% delle donne e può insorgere a partire dalla quarta/sesta settimana dopo il parto fino ad alcuni mesi dopo. Si tratta di un disturbo più grave e duraturo rispetto al maternity blues, che può interferire significativamente con le capacità della madre di prendersi cura del bambino e di sé stessa. I sintomi principali includono:

  • Umore depresso
  • Perdita di interesse o piacere per la maggior parte delle attività
  • Senso di colpa e inutilità
  • Disturbi del sonno e dell’appetito
  • Affaticamento e mancanza di energia
  • Difficoltà di concentrazione
  • Ansia e irritabilità
  • Idee di autolesionismo o suicidio

La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per prevenire conseguenze a lungo termine per la madre e il bambino. La terapia può includere il supporto psicologico, la psicoterapia e, in alcuni casi, la farmacoterapia. Il coinvolgimento del partner e della rete di supporto familiare e sociale è altrettanto cruciale.

Sindrome Post-Traumatica da Stress Post Partum

La sindrome post-traumatica da stress (PTSD) post partum è una risposta psicologica intensa e prolungata a un evento traumatico vissuto durante il parto o nei periodi immediatamente successivi. I sintomi possono includere:

  • Rivivere il trauma attraverso ricordi intrusivi, incubi o flashback
  • Evitamento di situazioni che ricordano l’evento traumatico
  • Aumento dell’arousal, come irritabilità, difficoltà a dormire, ipervigilanza
  • Sintomi dissociativi, come sentirsi distaccati dalla realtà

Il trattamento della PTSD post partum spesso richiede un approccio multidisciplinare che può includere la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), e il supporto farmacologico quando necessario.

Psicosi Post Partum

La psicosi post partum è una condizione rara ma grave che colpisce circa 1-2 donne su 1000 entro le prime settimane dopo il parto. I sintomi possono includere:

  • Confusione mentale e disorientamento
  • Allucinazioni e deliri
  • Agitazione estrema
  • Gravi disturbi dell’umore
  • Comportamenti irrazionali e potenzialmente pericolosi

La psicosi post partum richiede un intervento medico immediato e spesso il ricovero ospedaliero per garantire la sicurezza della madre e del bambino. Il trattamento può includere la somministrazione di farmaci antipsicotici e stabilizzatori dell’umore, oltre a un supporto psicoterapeutico intensivo.

Il Ruolo del Supporto nella Gestione delle Patologie Puerperali

Il supporto familiare e sociale è essenziale nella gestione delle patologie puerperali. Le neomamme hanno bisogno di sentirsi sostenute e comprese dalle persone intorno a loro. Il partner, la famiglia e gli amici possono offrire un aiuto concreto nelle attività quotidiane e un sostegno emotivo. Inoltre, il coinvolgimento di professionisti della salute mentale, come psicologi e psichiatri, è fondamentale per fornire un trattamento adeguato e personalizzato. In particolare una psicoterapia familiare, che preveda anche il coinvolgimento dei familiari significativi, potrebbe aiutare il sistema famiglia ad organizzarsi attorno alle necessità di mamma e bambino e ritrovare un nuovo equilibrio.

La prevenzione gioca un ruolo cruciale. Informare le donne sui possibili rischi e sintomi delle patologie puerperali durante la gravidanza, promuovere la consapevolezza e ridurre lo stigma associato ai problemi di salute mentale, può facilitare una diagnosi precoce e un intervento tempestivo.

La gravidanza e il periodo post partum rappresentano momenti di grande trasformazione fisica e psicologica per una donna. È fondamentale riconoscere i segnali di disagio e fornire un adeguato supporto per prevenire e trattare le patologie puerperali. Un approccio integrato che coinvolge la famiglia, i professionisti della salute e la comunità può fare la differenza nel garantire il benessere delle neomamme e dei loro bambini.

Risorse e Strumenti di Supporto

Oltre al supporto familiare e professionale, esistono numerose risorse e strumenti che possono aiutare le neomamme a gestire le patologie puerperali.

I programmi di educazione prenatale spesso includono informazioni sulle patologie puerperali e sulle strategie di coping, preparando le donne e le loro famiglie a riconoscere e affrontare eventuali difficoltà. Anche le consultazioni con ostetriche e infermieri specializzati possono offrire un supporto continuo durante il periodo post partum. La psicoterapia familiare può essere di grande aiuto per una neomamma, offrendo supporto emotivo, migliorando la comunicazione familiare e fornendo strategie per affrontare le sfide della nuova genitorialità in modo armonioso.

Promuovere la Salute Mentale delle Neomamme

La promozione della salute mentale durante il periodo perinatale è cruciale per il benessere complessivo delle madri e dei loro bambini. Le politiche sanitarie dovrebbero includere programmi di screening universale per la depressione post partum e altre patologie puerperali, assicurando che ogni donna riceva una valutazione accurata e tempestiva. È importante rivolgersi a professionisti della salute che siano in grado di riconoscere i segni e i sintomi di queste condizioni e a fornire un supporto adeguato.

Le campagne di sensibilizzazione possono aiutare a ridurre lo stigma associato ai problemi di salute mentale, incoraggiando le donne a cercare aiuto senza timore di essere giudicate. Le comunità possono sostenere le neomamme creando reti di supporto locali e promuovendo l’inclusione sociale.

Conclusioni

La gravidanza e il periodo post partum rappresentano fasi delicate nella vita di una donna, caratterizzate da profondi cambiamenti fisici ed emotivi. Riconoscere e affrontare le patologie puerperali è essenziale per garantire il benessere delle neomamme e dei loro bambini. Un approccio integrato, che coinvolge supporto familiare, professionale e comunitario, può fare la differenza nel promuovere la salute mentale e prevenire conseguenze a lungo termine.

È fondamentale che le donne ricevano informazioni accurate e sostegno adeguato durante tutto il percorso perinatale. Le politiche sanitarie, i programmi di educazione e le risorse di supporto devono lavorare sinergicamente per creare un ambiente sicuro e accogliente per le neomamme. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un intervento tempestivo possiamo contribuire a migliorare la qualità della vita delle madri e dei loro bambini, promuovendo una maternità serena e soddisfacente.